The discovery of a world in the Moone (1638)

Il testo "The discovery of a world in the Moone" fu scritto John Wilkins Vescovo di Chester, rettore del Wadham College di Oxford e pubblicato nel 1638. John Wilkins scrisse numerose opere di cosmologia e sui prodigi della meccanica, il suo romanzo proto-fantascientifico "The Discovery of a World in the Moone" aveva come obiettivo promuovere e divulgare, le idee astronomiche Eliocentriche. "The discovery of a world in the Moone" (1638) è viaggio immaginario sulla Luna, la peculiarità  del testo, è che fece riferimento a delle colonie sulla Luna:.

Lo scopo di questa breve bloggata è valutare, se tra i proto-autori di SciFi, sia possibile riconoscere delle ANOMALIE FUORI CONTESTO STORICO e/o delle CONGRUENZE TECNOLOGICHE tali che all'epoca in cui l'autore li immaginò, erano espedienti letterari BLACK BOX che permettevano alla fabula di dispiegarsi, mentre nel XXI secolo, tali gadget/informazioni potrebbero essere una solida realtà tecnologica terrestre/aliena!

Non c'è modo di sorvolare rapidamente l'opera con una sintesi, ed approfondire direttamente in originale sul testo, solo le parti potenzialmente ufologiche. In questo caso, è necessario scorrere l'opera scritta in inglese antico, in PDF, di 242 pagine, per poter esprimere un giudizio, ragionevolmente sensato e razionale.

E' un testo proto-fantascientifico, quanto proto-scientifico, dove si congetturano ipotesi a partire dalla osservazioni che sono state fatte sulla Luna, rifiutando l'approccio Cattolico-Aritostotelico dell'universo. Sono raffigurate varie mappe circolari del sistema solare, con la Luna che gira intorno alla Terra, con al centro del sistema solare il Sole!. Nel testo vengono discussi varie affermazioni, i cui incipit sono i seguenti:
  • La verità di una frase non sta nella sua assurdità, in quanto molte assurdità sono presenti nel senso comune, quanto molte verità sono state dimostrate partendo dal senso del ridicolo.
  • La pluralità dei mondi non è contraria al principio di fede.
  • I paradisi non confliggono con la materia che vi è destinata, così come l'inferno non confligge con la corruzione che vi conduce.
  • La Luna è opaca ed un corpo solido.
  • La Luna non ha nessuna luce.
  • E' opinione di molti matematici anche antichi che vi sia un mondo sulla Luna, in cui le parti più chiare della Luna sono la Terra e le parti più scure sono oceani, inoltre sulla Luna ci sono montagne e valli.
  • Sulla Luna c'è un'atmosfera che cinge il pianeta.
  • Così come il loro mondo è la Luna, nello stesso modo il nostro mondo è la loro Luna.
  • E' probabile che ci siano meteore sulla Luna tante quante ce ne sono sulla Terra.
  • E' probabile che ci siano abitanti sulla Luna ma è difficile dire come potrebbero essere.
La parte potenziale più interessante del libro e da pag.187 in cui l'autore John Wilkins argomenta su come potrebbero essere gli abitanti della Luna.

Sarebbe difficile vivere sulla Luna a causa della caduta di Meteore (come argomentato da Keplero). Trai vari discorsi fatti si dice che gli abitanti della Luna potrebbero non essere come gli abitanti della Terra, in termini di proporzioni umane e pensieri. "Così come gli abitanti del Sole potrebbero essere molto chiari e lucenti e quindi molto intellettuali e spirituali, allo stesso modo gli abitanti della Luna potrebbero essere molto prossimi alla natura spoglia della Luna ecc... [...] Allo stesso modo dalla Terra si congettura che molte stelle potrebbero non avere abitanti, mentre invece il numero di pianeti abitati potrebbe essere innumerevole!. I seleniti che vivessero nelle parti inferiori della Luna, potrebbero avere disposizioni diverse dato che guarderebbero la Terra alla rovescia."

Il capitolo continua con varie disquisizioni teologiche, congetturando su come la morte e le anime dei seleniti potrebbero vagare per raggiungere il Paradiso, e dove potrebbe essere il Paradiso e l'Inferno.

Che cosa c'è di ufologicamente interessante nel testo di John Wilkins?!

Niente!. non  è presente nessuna anomalia.
  1. Non sono descritti artefatti magici razionalizzati in artefatti alieni che hanno funzionalità fuori contesto storico, 
  2. Non sono presenti informazioni fuori contesto storico, 
  3. Non ci sono contesti religiosi che potrebbero far pensare ad un'abduction 
  4. Non ci sono contesti che potrebbero far pensare a circostanze di "culti del cargo".
Th:
Il testo di proto-fantascienza "The discovery of a world in the Moone" (1638) di  John Wilkins è privo di contenuti paleoufologici.


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