Ufologia classica: Il caso Facchini, il caso Cennina, il caso Cecconi
In questa bloggata si ragionerà brevemente di tre notissimi eventi, appartenenti all'Ufologia classica. I tre casi saranno analizzati con criteri di Paleoufologia Razionale, per valutare se i casi abbiano una radice paleoufologica, ;-) oppure se rappresentino ben altro.
Non essendo stati ne trattati, ne valutati tali casi (in quanto eventi con UFO shape incompatibili con gli shape UFO genuine) ho provveduto a bloggarci sopra :-)
24/4/1950 Il caso Facchini
Nella tarda serata del 24 Aprile 1950 un operaio, Bruno Facchini (40 anni), si trovava appena fuori la propria abitazione (Abbiate Guazzone, frazione di Tradate, Varese) quando fu attratto da uno strano scintillio, poco dopo che era cessato un forte temporale: credendolo un inconveniente di una vicina linea elettrica, si diresse verso la fonte di luce. Arrivato sul posto, vide uno strano oggetto al suolo: era come una palla schiacciata, con la superficie “quadrettata da striscie verticali ed orizzontali, posti ad intervalli regolari”, che sembrava toccare terra solo tramite una scaletta esterna sorretta da due tiranti e conducente ad un’apertura rettangolare, illuminata, e dotata di un “portello aperto”.
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All’interno v’era un’altra scala, come pure dei tubi, delle bombole collegate in fila e dei manometri. L’oggetto era alto circa dieci metri: il teste si trovava a quattro/cinque metri di distanza. Presso la scaletta v’erano due esseri, un terzo era posto sopra una specie di “elevatore meccanico” e stava saldando un “mazzo” di tubi esterni all’ordigno, producendo lo scintillio che aveva notato il testimone. Gli individui indossavano degli scafandri e delle maschere trasparenti all’altezza degli occhi: all’interno pareva esserci del “liquido”, attraverso cui si notava un viso di carnagione molto chiara. In corrispondenza della bocca penzolava un tubo terminante con un bocchettone; la loro altezza era di circa 1,7 metri ed apparivano simili ad esseri umani.
Il testimone, credendoli piloti, si mostrò, chiedendo loro se avessero bisogno d’aiuto: gli esseri compirono, allora, strani gesti, emettendo suoni grutturali. Spaventato il teste scappò, notando che uno degli individui aveva impugnato un oggetto che teneva al collo, puntandoglielo contro: da esso si sprigionò un raggio che lo colpì alla schiena, facendolo cadere. Notò in seguito che i tre (o quattro) esseri rientrarono nell’oggetto, chiudendo il portello esterno: il ronzio precedentemente emesso aumentò d’intensità, finché l’ordigno decollò a forte velocità, sparendo alla vista. Al mattino, tornato sul luogo, il Facchini trovò quattro orme circolari di un metro di diametro ciascuna, poste in quadrato, a sei metri di distanza l’una dall’altra. Alcune zone d’erba erano bruciacchiate e, fra esse il teste raccolse alcune schegge di metallo: quest’ultime, fatte analizzare, furono definite come “metallo antifrizione”.
Fonte: Forum UFO-Online: il caso Facchini
Valutazione del caso:
1/11/1954 Il caso Cennina alias il caso Lotti Dainelli
Il lunedì 1 novembre 1954, alle 6:30 del mattino la signora Rosa Lotti Dainelli, con l'intenzione d'assistere alla messa di Ognissanti e visitare il cimitero, percorse un sentiero di campagna che portava alla chiesa di Cennina. In occasione della messa indossava il vestito nuovo e per non rovinare le scarpe buone decise di portarle a mano insieme alle calze e a un mazzo di garofani (Dianthus caryophyllus) come offerta alla Madonna pellegrina, la cui processione era avvenuta la sera prima. La donna conosceva bene quel sentiero, lo aveva percorso molte volte, anche di notte. Nei pressi di una radura a circa 20 metri di distanza intravide tra i cespugli un oggetto appuntito. Avvicinandosi notò che era fusiforme ed era incastrato nel terreno in posizione verticale.
https://it.wikipedia.org/wiki/Rosa_Lotti_Dainelli
http://bucine.altervista.org/ufo-a-cennina/
Dai cespugli uscirono improvvisamente due esseri dalle fattezze umanoidi ma alti soltanto un metro («Quasi come uomini, ma delle dimensioni di bambini»). Indossavano una tuta grigia aderente con bottoni lucenti, una corta mantellina sulle spalle, «un casco apparentemente di cuoio che copriva, con due dischetti, anche le orecchie.» e un nastro di cuoio intorno alla fronte. I due esseri le presero i fiori e una calza che riposero nell'ordigno fusiforme. Da come gesticolavano e dal tono della voce non sembravano minacciosi, ma amichevoli. Parlavano una lingua descritta come simile al cinese (ripetevano «liu, lai, loi, lau, loi, lai, liu»). La signora protestò per riavere indietro le sue cose ma i due esseri le restituirono solo una parte dei fiori tenendosene cinque. Con una calza legarono il mazzo dei fiori restanti e lo posero nell'ordigno. Uno dei due prese dall'interno dell'oggetto fusiforme uno strumento cilindrico marrone e lo puntò verso la signora «dando l'impressione di scattare delle fotografie». Spaventata la donna si allontanò nel bosco senza però essere inseguita.
Dopo il racconto dell'avvenimento i carabinieri ispezionarono il luogo e trovarono una buca, presumibilmente creata dalla punta dell'oggetto infilata nel terreno. Ampelio Torzini (allora un bambino di sei anni) in occasione di un tema scolastico rivelò di aver assistito insieme al fratello di nove anni, Marcello, al colloquio tra la donna e i due esseri non identificati mentre erano a pascolare i maiali nella radura. Non è sicuro se i due fratelli potessero essere considerati testimoni oculari attendibili o se il racconto fosse solo frutto della fantasia dei due.
Valutazione del caso:
18/6/1979 Il caso Cecconi
Il 18 giugno del 1979 il maresciallo Giancarlo Cecconi, pilota militare, stava sorvolando l'aeroporto di Sant'Angelo di Treviso a bordo di un G91R, quando il centro controllo radar di Istrana gli chiese di intercettare uno strano oggetto che sembrava stazionare proprio sopra l'aeroporto. Il maresciallo eseguì l'intercettazione a circa 4000mt di quota, dal momento che il suo velivolo era dotato di una macchina fotografica cominciò a scattare una serie di foto. In quel mentre la torre di controllo lo avvisò di avvicinarsi con cautela all'oggetto perchè da terra questo sembrava emettere una luminosità bluastra. Cecconi in realtà non notò quest'ultimo particolare ma continuò a scattare fotografie fino a che dopo un'ultima manovra l'oggetto sparì improvvisamente dal radar e dalla vista del pilota.
Dalla torre di controllo Cecconi fu avvisato che l'oggetto si era dileguato dirigendosi verso l'alto. In tutto, l'avvistamento era durato cinque minuti durante i quali il maresciallo ebbe l'impressione che l'UFO si muovesse in senso verticale puntando costantemente il suo aereo. Questo denotava un comportamento intelligente. La forma dell'oggetto era quella di una grossa cisterna di carburante. Era lungo dai cinque agli otto metri e alto circa tre metri. Secondo il pilota l'oggetto era sormontato da una piccola cupola bianca.
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Forum UFO-Online: Il caso Cecconi
Il populista/UFO il caso Cecconi
Valutazione del caso.
Il caso è reale e misurabile, tuttavia non ha una radice paleoufologica: si ritiene che sia stato fabbricato ad hoc dai servizi segreti italiani, per depistare l'attenzione dai veri UFO shape genuine e dal caso Zanfretta che era ancora in progress.
Non essendo stati ne trattati, ne valutati tali casi (in quanto eventi con UFO shape incompatibili con gli shape UFO genuine) ho provveduto a bloggarci sopra :-)
24/4/1950 Il caso Facchini
Nella tarda serata del 24 Aprile 1950 un operaio, Bruno Facchini (40 anni), si trovava appena fuori la propria abitazione (Abbiate Guazzone, frazione di Tradate, Varese) quando fu attratto da uno strano scintillio, poco dopo che era cessato un forte temporale: credendolo un inconveniente di una vicina linea elettrica, si diresse verso la fonte di luce. Arrivato sul posto, vide uno strano oggetto al suolo: era come una palla schiacciata, con la superficie “quadrettata da striscie verticali ed orizzontali, posti ad intervalli regolari”, che sembrava toccare terra solo tramite una scaletta esterna sorretta da due tiranti e conducente ad un’apertura rettangolare, illuminata, e dotata di un “portello aperto”.
Cliccare ed aprire in una nuova finestra, per leggere il ritaglio di giornale.
Il testimone, credendoli piloti, si mostrò, chiedendo loro se avessero bisogno d’aiuto: gli esseri compirono, allora, strani gesti, emettendo suoni grutturali. Spaventato il teste scappò, notando che uno degli individui aveva impugnato un oggetto che teneva al collo, puntandoglielo contro: da esso si sprigionò un raggio che lo colpì alla schiena, facendolo cadere. Notò in seguito che i tre (o quattro) esseri rientrarono nell’oggetto, chiudendo il portello esterno: il ronzio precedentemente emesso aumentò d’intensità, finché l’ordigno decollò a forte velocità, sparendo alla vista. Al mattino, tornato sul luogo, il Facchini trovò quattro orme circolari di un metro di diametro ciascuna, poste in quadrato, a sei metri di distanza l’una dall’altra. Alcune zone d’erba erano bruciacchiate e, fra esse il teste raccolse alcune schegge di metallo: quest’ultime, fatte analizzare, furono definite come “metallo antifrizione”.
Fonte: Forum UFO-Online: il caso Facchini
Valutazione del caso:
- L'evento non è reale e non è misurabile: infatti non esistono altri testimoni dell'evento, per cui l'evento ha un altissimo richio ALFA, non è omogeneo ad altri casi UFO, quindi non può essere inserito dentro una serie storica UFO, composta da casi ufologici con un basso rischio ALFA.
- La rappresentazione iconografica del presunto disco alieno è incongruente con gli oggetti UFO già paleoufologicamente noti da moltissimi secoli.
- Ammesso che il testimone fosse stato in buona fede, si sospetta l'impiego di un velivolo sperimentale di tipo militare, probabilmente un velivolo che sarebbe stato un veicolo ibrido tra "il più leggero dell'aria" con idrogeno/elio, propulso con motori convenzionali con eliche intubate.
- Il caso non è reale e non è misurabile, inoltre la narrazione non dispone d'indizi coerenti con una radice paleoufologica.
- Si sospetta l'avvistamento di un velivolo sperimentale segreto (ibrido tra il più leggero dell'aria ed eliche intubate).
1/11/1954 Il caso Cennina alias il caso Lotti Dainelli
Il lunedì 1 novembre 1954, alle 6:30 del mattino la signora Rosa Lotti Dainelli, con l'intenzione d'assistere alla messa di Ognissanti e visitare il cimitero, percorse un sentiero di campagna che portava alla chiesa di Cennina. In occasione della messa indossava il vestito nuovo e per non rovinare le scarpe buone decise di portarle a mano insieme alle calze e a un mazzo di garofani (Dianthus caryophyllus) come offerta alla Madonna pellegrina, la cui processione era avvenuta la sera prima. La donna conosceva bene quel sentiero, lo aveva percorso molte volte, anche di notte. Nei pressi di una radura a circa 20 metri di distanza intravide tra i cespugli un oggetto appuntito. Avvicinandosi notò che era fusiforme ed era incastrato nel terreno in posizione verticale.
https://it.wikipedia.org/wiki/Rosa_Lotti_Dainelli
http://bucine.altervista.org/ufo-a-cennina/
Dai cespugli uscirono improvvisamente due esseri dalle fattezze umanoidi ma alti soltanto un metro («Quasi come uomini, ma delle dimensioni di bambini»). Indossavano una tuta grigia aderente con bottoni lucenti, una corta mantellina sulle spalle, «un casco apparentemente di cuoio che copriva, con due dischetti, anche le orecchie.» e un nastro di cuoio intorno alla fronte. I due esseri le presero i fiori e una calza che riposero nell'ordigno fusiforme. Da come gesticolavano e dal tono della voce non sembravano minacciosi, ma amichevoli. Parlavano una lingua descritta come simile al cinese (ripetevano «liu, lai, loi, lau, loi, lai, liu»). La signora protestò per riavere indietro le sue cose ma i due esseri le restituirono solo una parte dei fiori tenendosene cinque. Con una calza legarono il mazzo dei fiori restanti e lo posero nell'ordigno. Uno dei due prese dall'interno dell'oggetto fusiforme uno strumento cilindrico marrone e lo puntò verso la signora «dando l'impressione di scattare delle fotografie». Spaventata la donna si allontanò nel bosco senza però essere inseguita.
Dopo il racconto dell'avvenimento i carabinieri ispezionarono il luogo e trovarono una buca, presumibilmente creata dalla punta dell'oggetto infilata nel terreno. Ampelio Torzini (allora un bambino di sei anni) in occasione di un tema scolastico rivelò di aver assistito insieme al fratello di nove anni, Marcello, al colloquio tra la donna e i due esseri non identificati mentre erano a pascolare i maiali nella radura. Non è sicuro se i due fratelli potessero essere considerati testimoni oculari attendibili o se il racconto fosse solo frutto della fantasia dei due.
Avvistamenti correlati
Il racconto della donna fu accompagnato da diverse testimonianze di avvistamenti di oggetti volanti non identificati che coincidono per collocazione temporale. Le notizie sono riportate dai quotidiani toscani Il Giornale del Mattino e La Nazione tra il 2 e il 5 novembre. In totale si contano 24 testimoni di avvistamenti di "dischi diurni":- Alle 6:30 circa un operaio di S. Leolino, mentre era a caccia, vide un corpo luminoso scendere di quota fino ad atterrare nella zona in cui avvenne l'incontro tra la donna e i due esseri non identificati.
- Sempre verso le 6:30 il floricoltore Andrea Livi e il figlio Vittorio percorrendo il tratto stradale Bucine/Ambra osservarono «un ordigno conico di colore rosso, luminoso, e delle dimensioni di circa due metri, che sembrò innalzarsi da Ambra ed attraversare la zona emettendo fiammelle e lasciando dietro di sé‚ una scia di volute bluastre come di fumo».
- Un muratore di venticinque anni, Romualdo Berti, avvistò un «razzo luminoso che si alzava in verticale dal bosco di Ambra, sprigionando fiammelle bluastre dalla coda. L'oggetto si diresse verso sud, da Cennina verso Badia a Ruoti».
- Passate le 7:00 Luigi Dini, impiegato alla Corte d'appello di Firenze, assieme alla figlia, vide «una strana cosa volante» proveniente dal Falterona e diretta verso Arezzo (verso sud).
- Il meccanico Marcello Pistocchi, percorrendo in motocicletta il tratto che da Mercatale porta a Bucine, avvistò nel cielo «un ordigno sferico che volava orizzontalmente e che emanava una luce così forte da illuminare a giorno il terreno sottostante». La luce proveniva da un faro al centro dell'oggetto e da altri due ai lati. Emanava una scia di colore rosso-blu. Gridando, Pistocchi attirò l'attenzione di Giuliano Colcelli e sua sorella Tosca che, affacciatisi alla finestra della loro casa, videro l'oggetto mentre si allontanava. Lo descrissero come «una specie di uovo rossastro».
- Al fenomeno assistettero anche Gino Pianigini, Luigi Bianchi e don Nerio Rossi (da Cennina).
- Le evoluzioni dell'oggetto furono descritte anche da Ottorino Santarelli, Otello Buriasi e Angiolino Brogi (da Pietraviva), che descrissero l'oggetto come un «"globo celeste" che volava in direzione di S. Lucia e, secondo Santarelli, emetteva strani lampi fra il celeste e il rosso».
- Secondo La Nazione altre nove persone avvistarono un oggetto volante luminoso nella zona di Bucine
Valutazione del caso:
- La presenza delle altre testimonianze, rende l'evento reale e misurabile, tuttavia l'iconografia del presunto velivolo alieno non ha riscontri nella casistica paleoufologica del passato e del presente attuale, non è un UFO "shape genuine".
- L'iconografia dei presunti alieni, non è correlabile ai miti della Teogonia Eliopolitana.
- Per il Corollario Darwiniano-Esobiologico, l'iconografia dei presunti alieni è logicamente incompatibile con le tipologie di razze aliene attese.
- Si sospetta la presenza di un prototipo militare velivolo VTOL propulso come un jetpack oppure flying platform dotato di due nani come piloti.
- Oppure un veicolo ibrido tra "il più leggero dell'aria" con idrogeno/elio, con capacità VTOL, forse propulso con un motore a reazione senza post-combustore, pilotato da due piloti nani (Confrontare con PROCEEDINGS OF THE INTERAGENCY WORKSHOP ON LIGHTER THAN AIR VEHICLES pag.482)
- Ci sono anche buone ragioni logiche, per ritenere che il caso UFO Cennina 1954 possa essere la permutazione di un racconto di SciFi -A ready made nightmare- scritto da Bill Majeski e pubblicato in Amazing Stories nel 1957
- Il caso è reale ed è misurabile, tuttavia la narrazione ufologica non dispone d'indizi coerenti con una radice paleoufologica,
- l'evento viola palesemente l'Assioma Darwiniano-Esobiologico.
- Si sospetta la presenza di un prototipo militare (jetpack oppure flying platform) dotato di due piloti nani.
18/6/1979 Il caso Cecconi
Il 18 giugno del 1979 il maresciallo Giancarlo Cecconi, pilota militare, stava sorvolando l'aeroporto di Sant'Angelo di Treviso a bordo di un G91R, quando il centro controllo radar di Istrana gli chiese di intercettare uno strano oggetto che sembrava stazionare proprio sopra l'aeroporto. Il maresciallo eseguì l'intercettazione a circa 4000mt di quota, dal momento che il suo velivolo era dotato di una macchina fotografica cominciò a scattare una serie di foto. In quel mentre la torre di controllo lo avvisò di avvicinarsi con cautela all'oggetto perchè da terra questo sembrava emettere una luminosità bluastra. Cecconi in realtà non notò quest'ultimo particolare ma continuò a scattare fotografie fino a che dopo un'ultima manovra l'oggetto sparì improvvisamente dal radar e dalla vista del pilota.
Forum UFO-Online: Il caso Cecconi
Il populista/UFO il caso Cecconi
Valutazione del caso.
- Forma, colore, dimensioni sono identiche a quelle di un UFO Solar, che bordeggiava sopra il cielo di Sant'Angelo di Treviso.
- Inoltre, si valuta le dichiarazioni del maresciallo Cecconi, circa l'immobilità dell'oggetto, totalmente FALSE. Si valuta che siano state rilasciate per FEDELTÀ ALLA REPUBBLICA, assecondando ragioni di SICUREZZA NAZIONALE. Infatti il periglioso caso Zanfretta era ancora in progress [dal 6-7 dicembre 1978 al 2-3 dicembre 1979] .
- E' mia opinione che il caso dell'UFO SOLAR accaduto proprio durante il periodo di contatto del caso Zanfretta 6/12/1978<18/6/1979<2/12/1979 sia stato organizzato dai servizi segreti italiani, per DEPISTARE l'opinione pubblica/mass media/ufologi dagli UFO shape genuine.
- Successivamente per COVERAPPARE il caso Zanfretta, sempre per RAGIONI DI SICUREZZA NAZIONALE e poi con il tempo, anche per banali ragioni editoriali/mediatiche, saranno appiccicate al caso Zanfretta, un interminabile serie di vagoni di SCATOLE DI BALLE definendo così un convoglio di patacche, al fine d'indurre l'opinione pubblica a rifiutare tutto il caso Zanfretta, focalizzando l'attenzione sul FALSO UFO del caso Cecconi.
Il caso è reale e misurabile, tuttavia non ha una radice paleoufologica: si ritiene che sia stato fabbricato ad hoc dai servizi segreti italiani, per depistare l'attenzione dai veri UFO shape genuine e dal caso Zanfretta che era ancora in progress.
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