Modelli di Paleoufologia ossia la PaleoAstronautica e la PaleoCosmonautica

Paleoufologia e Paleoastronautica o Paleocosmonautica ossia le visite aliene sulla Terra, nel lontano passato, ed il loro perché?!.
L'Ufologia Classica nasce nel 1947 con Kenneth Arnold e nel caso UFO CRASH di Roswell, per gli ufologi classici un po' tutto quello che é eventi UFO, prima del 1947 é Paleoastronautica e/o Paleocosmologia e/o Antichi Astronauti, perché andando a ritroso nel tempo dal 1947, poi le fonti giornalistiche scemano sino a dissolversi nel 1470. A questa visione totalmente focalizzata dal 1947 sino ad oggi, si contrappone la visione della Paleoufologia Razionale, il cui punto di vista é storico e centrato sulla ricerca del primo Paleocontatto Alieno, sul quale poi risalire sino ai giorni nostri. L'approccio assiomatico della Paleoufologia Razionale forgia nuovi strumenti e metodi di ricerca (sconosciuti all'ufologia classica) con cui riordinare in altro modo, i tasselli di conoscenza storica già nota.

Paleoufologia e Paleoastronautica sono sinonimi, entrambe le parole si riferiscono tacitamente alla possibilità di visite d'intelligenze aliene al pianeta Terra, in epoche lontane. Visite aliene che potrebbero aver lasciato una traccia indiretta nei miti e leggende ed antiche religioni umane, quanto esservi traccia indiretta in antichi manufatti (delle pseudo riproduzioni di tecnologia fuori contesto storico). Le vestigia tecnologiche aliene sono rintracciabili dentro ad un sistema d'indizi socio-culturali, con particolare attenzione agli OOPART, quanto alle possibili riproduzioni di oggetti e manufatti che potrebbero essere mockup di artefatti tecnologici alieni, usati od interpretati per scopi o funzioni religiose. Tutti questi indizi sparsi, prendono un senso logico per un paleoufologo razionale, solo se sono osservati nel lungo e lunghissimo periodo!
  1. Paleoastronautica, Paleocosmonautica sono due sinonimi, il termine astronauta/cosmonautica ha preso un senso logico concettuale solo dal 1957. Andare quindi a ricercare astronauti o cosmonauti prima del 1957, vuol dire andare a cercare direttamente dei possibili Alieni in visita temporanea sul pianeta Terra. Questo perché prima del 1957 il termine astronauta o cosmonautica non aveva nessun reale significato tecnologico sul pianeta Terra. C'era però la fantascienza e la proto-fantascienza che già speculava di viaggi nello spazio quanto di visite e contatti con alieni.
  2. Paleoufologia é la ricerca di U.F.O. ossia oggetti volanti non identificati in epoche antiche. Il termine UFO non é sinonimo di disco volante alieno, perché nel passato della storia dell'uomo molti fenomeni naturali (bolidi, meteore, eclissi, pareli ecc...) hanno lasciato un impronta socioculturale nella storia umana, ma non hanno niente a che fare con gli Alieni!. Per questa ragione andare a cercare Alieni nel passato della storia dell'uomo, é assai più opportuno usare il termine Paleoufologia rispetto ai sinonimi impropri di Paleoastronautica o Paleocosmonautica, perché per effettuare una ricerca sistemica occorre setacciare miti e leggende ed antiche religioni, andando a considerare in primis gli influssi degli eventi naturali. Molti fenomeni naturali non erano noti all'uomo, la Scienza prima di Galileo con il suo metodo scientifico non esisteva!. C'è poi il caos antropico ed entropico degli esseri umani, e l'asimmetria informativa, che creano un'enorme rumore di fondo!. Tuttavia é molto chiaro che dentro all'insieme degli Antichi Oggetti Volanti Non Identificati, quanto dentro l'insieme delle antiche religioni e miti e leggende, potrebbero nascondersi anche l'avvistamento di mezzi alieni, quanto di possibili fugaci incontri tra Alieni in visita sporadica ed esplorazione del pianeta Terra, la cui presenza potrebbe aver lasciato una traccia, proprio negli antichi miti e religioni.
Si possono e si debbono costruire modelli in Paleoufologia, sia quelli quantitativi quanto quelli qualitativi, entrambi i tipi aiutano ad allargare la conoscenza paleoastronautica sul tema. 

In questa bloggata proveremo a discutere un po' dell'utilità dei modelli Qualitativi, ed a spiegare a cosa servono invece i modelli Quantitativi.

Mentre i Modelli Ufologici Quantitativi hanno lo scopo di interpretare in modo razionale, ossia razionalizzare il traffico alieno per la Terra, all'interno di un quadro "science friendly", per inferire i sistemi stellari di partenza con nidi tecnologici e/o le basi aliene di prossimità, nonché fornire una valutazione scientifica approssimativa della tecnologia aliena.

invece i Modelli Ufologici e Paleoufologici QUALITATIVI hanno lo scopo d'interpretare e spiegare il significato del contatto alieno/esseri umani all'interno della nostra Galassia!.


Estratto da Modelli Ufologici Quantitativi (v6.5) pag.173

21.8-Modelli Ufologici Qualitativi tra culture in un diverso stadio di sviluppo.

Vi é un robusto sistema d'indizi e tracce che tra il 6000ac ed il 4100ac degli alieni (probabilmente) di razza insettode sapiens (e forse anche con alieni sauri sapiens) erano già capaci di farsi 17 anni luce, tra andata e ritorno (con una tecnologia diversa e con una tempistica diversa, dagli UFO avvistati oggi)

Tra il 6000ac ed il 4100ac noi umani, all'epoca gironzolavamo nella savana, ci scaccolavamo e ruttavamo, mentre mangiavamo carne di zebra, gazzella o bufalo, arrostita e malcotta su un fuoco alimentato a cacca di bufalo. Dopo cena i nostri antichissimi progenitori, erano soliti chiaccherare e scurreggiare davanti al fuoco, cazzeggiando con fango e sassi, sulle pareti delle grotte, disegnando bufali, giraffe, leoni, gazzelle e dei = alieni (che gironzolavano sporadicamente nella savana attorno al 5000ac prendendo campioni).

Si consideri questo link:

7/feb/2011 La Stampa: Le ultime 100 tribù incontaminate MAI entrate in contatto con gli Europei!

Il nostro mondo è pieno come un uovo, [...] eppure allo scoccare del 2011 esistono ancora quasi cento popolazioni che non hanno mai visto l’uomo bianco, figuriamoci un computer o uno smartphone. [...] Insomma sono Tribù ancora ferme a un periodo premoderno - quasi primitivo, [...] grazie alla protezione offerta dalle foreste pluviali. Queste però si fanno sempre più piccole a causa del disboscamento. Popolazioni che sono quindi in pericolo non tanto di restare per sempre isolate ma, al contrario, di venire a contatto con l’uomo contemporaneo: e venir dunque decimate dalle malattie, come capitò agli indios al tempo dei conquistadores. Il caso dei popoli perduti è riemerso con forza dopo che sono state diffuse le immagini di una tribù scoperta dall’organizzazione Survival International ai confini tra il Brasile e il Perù. L’Ong ha adesso rivelato che un altro gruppo indigeno, sempre parte della popolazione degli Yanomami, vive indisturbato nella parte settentrionale dello stato brasiliano di Roraima. La tribù, i Moxateteu, vive però in un’area piagata da un’alta concentrazione di cercatori d’oro illegali. Se questi bracconieri di metalli pregiati non verranno presto espulsi, dicono gli esperti, c’è il rischio che la maledizione dell’uomo bianco possa colpire i Moxateteu, come è già capitato altre volte in passato. [...] Il mito delle popolazioni perdute, insomma, non è una leggenda ma un fatto. [...] Queste popolazioni sono vive e più che sane, contraddicono in pieno il pensiero di chi sostiene siano state inventate dagli ambientalisti impegnati nella battaglia contro lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi in Amazzonia». Il Sudamerica, insomma, è davvero una specie di Arca di Noé dei popoli perduti. Oltre a Brasile e Perù, infatti, anche il Paraguay custodisce una tribù ancora da contattare: gli Ayoreo-Totobiegosode. Gli unici a vivere al di fuori dell’Amazzonia, nella vasta distesa di boscaglie che si estende tra Bolivia, Paraguay e Argentina. Ovvero un’altra area ad alto rischio ambientale a causa degli interessi legati all’allevamento del bestiame. [...] Detto questo, il direttore di Survival International ha sottolineato come un cambiamento di attitudini da parte dell’uomo «civilizzato» nei confronti di queste popolazioni possa essere la vera chiave per proteggere il loro stile di vita. «Spesso - ha dichiarato - questi popoli vengono visti come retrogradi perché vivono in modo diverso dal nostro. Ma è questa stessa nozione ad essere invece retrograda e incivile».

Il Modello Ufologico del Contatto NON é un Modello Ufologico Quantitativo, ma potrebbe essere un Modello Ufologico Qualitativo, anche se le distanze cronologiche tra le due culture terrestri, non sarebbe in una scala temporale proporzionale con la distanza tecnologica tra razza umana/alieni.

Tuttavia possiamo considerare i rapporti che potrebbero formarsi tra “cultura A superiore tecnologicamente” (intesa come la cultura-società nord-europea, presa a parametro del massimo livello raggiunto dall’umanità, ai tempo moderni) e la “cultura B inferiore tecnologicamente” intesa come la cultura umana amazzonica inerente quelle pochissime popolazioni che ancora non hanno incontrato l'uomo bianco. 

Escludendo il rapporto di causa/effetto che lega le due culture

  • dall’essere sullo stesso pianeta e dove l'erosione ambientale della foresta amazzonica + il climate change sono problemi comuni ad entrambi le culture e causati dalla cultura A (di cui la cultura B non ne ha coscienza), 
  • sterilizzando tali implicazioni... 
  • ci potremmo chiedere: come si porrà nel tempo la cultura A nei rapporti della cultura B e viceversa ?!

La cultura A sa dell’esistenza della cultura B, ma ha deciso di starsene alla larga, de facto la cultura A gli ignora, anche se forse nel mondo vi saranno vari antropologi che studieranno in remoto la cultura B. Inoltre, pare che la cultura A abbia deciso che non contatterà la cultura B portando loro conoscenza, questo al fine di non devastarla (malattie e shock tecnologico ecc...).

La cultura B non sa dell’esistenza della cultura A, la cultura B non sa dei numerosi progressi tecnologici della cultura A, e quando la cultura B é sorvolata da oggetti strani, lancia frecce e lance ipotizzando l’esistenza di minacce. Non é escluso che la cultura B possa anche sviluppare “culti del cargo” di fronte agli sporadici contatti con la cultura A.

Che cosa potrebbe accadere in prospettiva?! 

Potremo supporre queste due dinamiche:

→ se la cultura A manterrà la sua decisione, ALLORA la cultura B non avrà nessun contatto con la cultura A (escludendo la variabile deforestazione e climate change=condivisione stesso pianeta).

→se e quando la cultura B si accorgerà dell'esistenza della cultura A, ALLORA la cultura A si accorgerà che la cultura B si sarà accorta della cultura A, forse a quel punto la cultura A potrebbe optare per un cauto diretto contatto, inviando pochi visitatori, per minimizzare i rischi sanitari & shock sociologici di vario tipo.

Io rifletterei su questo modello qualitativo, anche se non é in scala temporale, potrebbe essere un chiave logica assai interessante, sia per 

a)comprendere l’attuale dinamica alieni/umani sia per 

b)ipotizzare una possibile logica dinamica prospettica.

Il Modello (Ufologico) Qualitativo del Contatto, lo possiamo ritenere dimostrato, considerando l'esistenza di queste evidenze e tracce socio-tecnologiche ETH nella cultura umana, quanto di artefatti artificiali ETH in luoghi vicini e/o interni al pianeta Terra:
Osservando poi fotografie di Marte della NASA/ESA/JPL é possibile rintracciare una serie di tracce ed indizi ed anomalie, riconducibili ad artefatti artificiali. Queste evidenze, stando a quando si vede dalle fotografie, supportano in pieno l'ipotesi di una traccia ETH, in una vicina base di prossimità su Marte!

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