Histoire comique des États et Empires de la Lune (1655)

In questa breve bloggata, si discuterà il testo di proto-SciFi "Histoire comique des États et Empires de la Lune (1655)" scritto da Savinien Cyrano de Bergerac, il quale immaginò un viaggio sulla Luna: il testo satirico fu scritto nel 1650 ma venne pubblicato postumo nel 28/7/1655.

Lo scopo di questa breve bloggata è di valutare, se tra i proto-autori di SciFi, sia possibile riconoscere delle ANOMALIE FUORI CONTESTO STORICO e/o delle CONGRUENZE TECNOLOGICHE tali che all'epoca in cui l'autore l'immaginò, erano espedienti letterari BLACK BOX che permettevano alla fabula di dispiegarsi, mentre nel XXI secolo, tali gadget/informazioni potrebbero essere una solida realtà tecnologica terrestre/aliena!


La sintesi in francese è rintracciabile in Wikipedia e permette di sorvolare rapidamente sulle 115 pagine in francese antico.
https://fr.wikipedia.org/wiki/Histoire_comique_des_%C3%89tats_et_Empires_de_la_Lune

Che cosa c'è di ufologicamente interessante nel testo di Bergerac?!

C'è un'anomalia!, è criptica, è intrigante, è  sospetta!. Bergerac va sulla Luna (come Astolfo nell'Orlando furioso del 1516) tuttavia...
  1. Sulla Luna i libri ad uso del popolo dei seleniti, sarebbero stati artefatti diversi rispetto ai libri in uso sulla terra: sulla Luna (dove risiede il paradiso terrestre, spostato dalla Terra alla Luna dopo Adamo/Eva) si troverebbe il popolo dei seleniti, i quali avrebbero in uso degli AUDIOLIBRI, ordinatamente riposti in una scatola a forma di cubo=dado!.
  2. "All'apertura della scatola, c'era un qualche tipo di metallo simile a quello degli orologi, pieno di un numero infinito di PICCOLE MOLLE E MACCHINE IMPERCETTIBILI. C'era un libro della verità, ma c'era un libro miracoloso che non aveva ne fogli ne caratteri. Infine c'era un libro per apprendere, gli occhi erano inutili, bastavano le orecchie!. Quando qualcuno vuole iniziare a leggere, con una grande quantità di sorta di chiavi, questa macchina, poi gira l'ago nel capitolo che vuole ascoltare, e allo stesso tempo esce da questo dado come dalla bocca di un uomo, o uno strumento musicale, tutti i suoni distinti e diversi che servono si seleniti nell'espressione del linguaggio. Quando ho riflettuto su questa miracolosa invenzione di fare libri, non sono stato più sorpreso di vedere che i giovani di questo paese, possedevano più conoscenza a sedici e diciotto anni; Perché sapendo leggere appena parlavano, non sono mai stati senza leggere; nella stanza, sul lungomare, in città, in un viaggio, a piedi, a cavallo, possono avere in tasca, o appesi alla sella delle loro selle, una trentina di questi libri, che hanno solo da piegare una molla, per ascoltare solo un capitolo, o più, se sono in vena di ascoltare un intero libro: così hai eternamente intorno a te tutti i grandi uomini e i morti e i vivi che parlano con te dal vivo"
  • Il Bergerac, indiscutibilmente sta descrivendo con parole del 1655, un artefatto che noi osservatori del XXI secolo definiremmo un AUDIOLIBRO
  • Nel 1655 furono immaginati gli audiolibri, ma solo nel XX°secolo con la diffusione dei vinili (poi su audiocassetta, poi su cdrom, poi su mp3) furono materialmente costruiti e diffusi come oggetti di privato consumo.
Trovare in un libro di proto-fantascienza del 1655 in cui esiste la descrizione tecnologica di un AUDIOLIBRO è certamente un'ANOMALIA TECNOLOGICA: il punto è valutare se le descrizioni del Bergerac sono sufficienti, chiare, esaustive per indentificare un artefatto reale e concreto, fuori contesto storico, oppure se l'artefatto immaginato contiene degli errori, ed era immaginabile con una extrapolazione logica usando l'analogia, con le informazioni disponibili nel 1655.
  • L'invenzione della stampa a caratteri mobili di Guttemberg è del 1450 e dopo tale data, i libri iniziarono a diffondersi, non essendo più un bene per ricchi, infatti furono creati persino i giornali = libri validi per un giorno solo!.
  • Nella regola di San Benedetto del 534DC si parla chiaramente della lettura, durante i pasti: è evidente, a loro modo i monanci benedettini avevano all'ora dei pasti, già dal 534DC il proprio "audiolibro" che tuttavia era riprodotto da un uomo, non da una scatola od una molla misteriosa!
Bergerac parla chiaramente di "artefatti" a forma di cubo che emettono suoni
Bergerac parla chiaramente di "artefatti" a forma di molla, che emettono suoni.

Se ne deduce che esistono due diversi tipi di "artefatti seleniti per la fruizione degli audiolibri":

Lettori seleniti fissi di audiolibri, a forma di cubo: così come noi decenni fà abbiamo avuto prima delle grosse scatole semicubiche/parallelepipede (registratori a nastro analogici a valvole), poi degli Stereo analogici a torre a forma di cubo/parallelepipedo, oppure piccoli registratori semi-portatitli a cassetta a forma parallelepipeda, poi si sono trasformati in stereo semifissi/semiportatili a forma di cubi/parallelepipedi anche dotati di lettore di CD-ROM.
  • La descrizione data dal Bergerac per i lettori di audiolibri fissi è cripitica, non è chiara: si parla di un'asta metallica che permette la scelta del libro da ascoltare e che avvierebbe la riproduzione contestuale sequenziale oppure, avanzata da un capitolo.
  • L'artefatto descritto dal Bergerac in termini strettamente tecnici, non esiste sulla Terra!. 
  • Tuttavia, la descrizione approssimativa data dal Bergerac, potrebbe anche descrivere il funzionamento di un juke-box con dischi di vinile con audiolibri inscritti
  • La descrizione funzionale del lettore di audiolibri fisso è imprecisa, è frammentaria, lascia aperta a varie interpretazioni plausibili, non scevre di qualche errore di funzionamento e/o palesi imprecisioni.
Lettori seleniti di audiolibri per l'uso in mobilità a forma di piccola molla: i primi registratori portatili furono gli walkman (piccoli parallelepipedi), poi s'ebbero ad evolvere in lettori cd-rom mobili (solitamente di forma a doppio piatto schiacciato) mentre oggi i lettori puri di mp3 sono piccoli come una chiavetta USB (piccoli parallelepipedi). Tuttavia tutti i dispositivi mobili (analogici o idigitali) hanno sempre richiesto l'uso delle cuffie (prima wired, oggi anche wireless) con piccoli oggetti da dover indossare sulle/nelle orecchie, per poter fruire la riproduzione audio.

Nelle descrizioni del Bergerac, non vi è traccia di descrizione di CUFFIE (od aggeggi wired/wireless da mettere alle orecchie, od inserire nelle orecchie). La fruizione degli audiolibri nella descrizione fornita dal Bergerac, avverrebbe in tempo reale, diffusa da mini-casse e senza cuffie, come se i rumori ambientali dell'esterno, non potessero inficiarne l'ascolto.

A me pare che nella descrizione dei Lettori selentici di audiolibri mobili a forma di piccola molla, vi sia un'evidente incongruenza tecnologica!.

  • Il Bergerac nella sua sagace e ferivda immaginazione, s'è scordato del problema della riproduzione sonora!, un elemento tecnologico palesemente ignorato ed incongruente, che IMHO ad un'analisi di lana caprina, incrina la descrizione tecnologica e funzionale dei presunti artefatti seleniti. 
  • Ma tale dimenticanza è perfettamente congruente con il silenzio di un refettorio benedettino durante l'ora dei pasti, indispensabile per l'ascolto della lettura.
Il Bergerac, come Verne, 
ha pisciato tecnologicamente fuori dal vaso!

L'apparente invenzione degli audiolibri nel 1650 sono la proiezione futuristica della regola di San Benedetto, mescolata con la fervida immaginazione del Bergerac, che trasforma il lettore umano di libri in un artefatto alieno che sarebbe capace di leggere infiniti libri e riprodurre la voce umana, ma nella razionalizzazione dell'artefatto selenita, il Bergerac si scorda di risolvere il problema del rumore di fondo. Rumore di fondo che non esisteva in un silente refettorio benedettino all'ora dei pasti e della lettura, per cui il "problema del rumore di fondo in una riproduzione audio, non necessitava d'essere risolto".

Per questa ragione, si ritiene superfluo continuare ad investigare l'autore Bergerac in modo esaustivo per tutto il testoa)è inutile verificare che non vi siano elencate esperienze religiose cattoliche, che siano letterariamente reali, tali però da far sospettare la presenza di qualche tipo di fenomenologia UFO. b)E' inessenziale verificare che non vi siano eventi e circostanze sospette, tali da far ritenere l'esistenza di un'abduction e/o fenomenologia UFO coperta da "culti del cargo"

Th:
Nel testo del Bergerac, IMHO valuto che non vi siano artefatti alieni/fuori contesto storico!


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